Un tempo in un vecchio cascinale ristrutturato nel mezzo di Erbusco sorgeva la tanto, da me amata, Mongolfiera dei Sodi, patria della fiorentina alla brace. Ieri sera purtroppo scopriamo che ha chiuso i battenti e lasciato il posto ad una nuova gestione, quella della famiglia Torrente con la loro “locanda di mare Burro e Alici”.
Da fautori delle novità riserviamo un tavolo e ci rechiamo li a mangiare.
L’ambiente esterno è leggermente cambiato pur mantenendo la sua origine, mentre all’interno spicca un nuovo mondo fatto di colori, disegni a mano di pesci e ceramiche molto simpatiche.
Ci accomodiamo al nostro tavolo apparecchiato in maniera vivace e molto semplice e ci viene subito servito uno stuzzichino a base di mozzarella in carrozza e arancino di riso, buoni entrambi, poco unti e ottimi per aprire lo stomaco.
Ordiniamo dal simpatico menù a cartelletta due antipasti, un primo ed un secondo. Come antipasto prendiamo il baccalà in pastella e il loro omonimo piatto pane, burro e alici. Il baccalà era molto buono, porzione generosa e pastella perfetta. Il pane burro e alici era parecchio buono, avrei forse messo meno burro e più alici per non coprire troppo il sapore dell’alice che comunque rimane sublime.
Di primo prendiamo gli spaghetti di Gragnano con colatura di alici, fantastici, molto ma molto salati, ma d’altra parte questo piatto deve essere così e io l’adoro.
Di secondo arriva il fritto misto, purtroppo in questo caso la qualità non compensa la porzione ridotta del piatto, anche se credo in un errore. Il piatto mi arriva così composto: una coda di gambero, due anelli di calamari, 4 alici e qualche calamaretto spillo. Tutto molto buono, fritto alla perfezione, ma vedere i tavoli vicini ricevere lo stesso piatto con porzioni doppie mi ha dato parecchio fastidio.
Sul loro menù si scusano anticipatamente per tutti gli errori che sicuramente in questo inizio d’avventura possono aver commesso, questa cosa mi è piaciuta molto e spero che la mia critica possa essere per loro costruttiva in quanto vedo un enorme margine di miglioramento futuro.
Il servizio è stato veloce e molto professionale, forse troppo professionale in quanto un sorriso in più da parte dei camerieri potrebbe essere molto gradito ai clienti.
La domanda che uno si pone quando arriva è: “sarà corretto trasformare un’antica cascina del 600 in Franciacorta in una locanda di mare? La mia risposta è “Sì”. Di certo è uno strano abbinamento che all’inizio ti stordisce, ti fa riflettere, ma con il tempo ti apre la mente verso espressioni architetturali più evolute, più fusion.
Continuate così, migliorate e crescete che tornerò a trovarvi molto volentieri.
L’ha ribloggato su Tuscan Kitchen.